IL SILENZIOSO NEMICO SOTTO I NOSTRI PIEDI: IL RADON

Quando pensiamo alla sicurezza sul lavoro, la mente va subito a rischi evidenti come il rumore, le sostanze chimiche o gli infortuni fisici.

C’è però un pericolo invisibile che spesso sfugge all’attenzione di molte imprese: il gas Radon, un gas nobile e radioattivo presente naturalmente nel sottosuolo.

Sebbene si tratti di un fenomeno noto, spesso non si considera quanto possa essere insidioso negli ambienti di lavoro, specialmente in quelli a contatto con il terreno o in spazi sotterranei come scantinati, seminterrati e piani bassi.

Il Radon è una delle principali cause di cancro ai polmoni, e la sua pericolosità è tanto maggiore quanto più a lungo si è esposti a livelli elevati di questo gas.

Nei luoghi di lavoro, soprattutto in ambienti chiusi e a contatto con il suolo, il rischio di esposizione è elevato.

Edifici come magazzini sotterranei, parcheggi interrati, uffici nei piani inferiori e laboratori sono i più vulnerabili, ma il gas può infiltrarsi anche in piani superiori se non ci sono adeguati sistemi di isolamento.

In Italia, secondo un’indagine fatta tra il 1989 e il 1996, coordinata dall’APAT e dall’Istituto Superiore di Sanità e realizzata con gli assessorati alla sanità e con quelle che oggi sono le Agenzie per la protezione dell’ambiente regionali e provinciali (ARPA e APPA), il valore della concentrazione media è 70 Bq/metro cubo.

La situazione varia da una Regione all’altra:

- Tra i 20 e i 40 Bq/metro cubo: Liguria, Marche, Basilicata, Calabria e Sicilia;

- Tra i 40 e i 60 Bq/metro cubo: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Molise, Puglia;

- Tra i 60 e i 80 Bq/metro cubo: Alto Adige, Piemonte, Sardegna, Abruzzo;

- Tra i 80 e i 100 Bq/metro cubo: Friuli-Venezia Giulia, Campania;

- Tra i 100 e i 120 Bq/metro cubo: Lombardia, Lazio.

È importante comunque ricordare che ci sono molte variazioni anche all’interno delle Regioni e all’interno di singoli Comuni.

Il Piano Nazionale Radon 2023-2032 e gli interventi di risanamento

Con DPCM 11 gennaio 2024 è stato adottato il Piano Nazionale d'Azione per il Radon 2023-2032 che interverrà “con strategie volte alla misurazione, alla prevenzione e alla riduzione dell’esposizione della popolazione”.

Dunque, ha lo scopo di ridurre l'esposizione al Radon nella popolazione generale e, in particolare, nei luoghi di lavoro, dove è essenziale monitorare regolarmente i livelli di questo gas.

Il piano propone un approccio metodologico preciso che parte dalla misurazione della concentrazione di Radon nell'ambiente di lavoro, attraverso test periodici.

Gli obiettivi specifici per la riduzione dell’esposizione a questo gas sono i seguenti:

- Riduzione della concentrazione di Radon negli ambienti lavorativi con una concentrazione superiore ai 300 Bq/m³;

- Riduzione della concentrazione di Radon nelle abitazioni che vi si trovano nelle zone ad alto rischio, nelle quali è stata rilevata una concentrazione superiore ai 200 Bq/m³, con priorità per quelle che superano i 300 Bq/m³;

- Verificare che nelle abitazioni costruite dopo il 31 dicembre 2024 la concentrazione di Radon sia inferiore a 200 Bq/m³.

Per il raggiungimento degli obiettivi prefissasti, verranno progettati degli interventi di risanamento mirati.

Gli interventi di isolamento, come la sigillatura delle crepe nel pavimento e l’impermeabilizzazione delle fondamenta, sono fondamentali per ridurre l'ingresso del gas nelle aree di lavoro.

In alcuni casi, può essere necessario installare sistemi di ventilazione forzata per mantenere l'aria in movimento e impedire che il Radon si concentri in spazi chiusi.

Inoltre, la progettazione di locali di lavoro deve prevedere l'isolamento dal suolo, minimizzando la possibilità di contaminazione nelle aree più sensibili.

Monitoraggio e progettazione accurata: la chiave per una sicurezza duratura

Il monitoraggio in tempo reale dei livelli di Radon è cruciale per garantire che gli interventi siano efficaci e che le condizioni di sicurezza vengano mantenute nel lungo periodo.

Per questo motivo, è importante che ogni azienda inserisca nel proprio piano di sicurezza sul lavoro anche la misurazione periodica del Radon, integrandola con il sistema di gestione della salute e sicurezza aziendale.

Un monitoraggio costante aiuta a rilevare tempestivamente eventuali anomalie, in modo da poter intervenire rapidamente e ridurre i rischi per i lavoratori.

 

Per le nuove costruzioni o le ristrutturazioni, è fondamentale che i progettisti considerino il rischio Radon già nella fase di progettazione degli spazi di lavoro.

La destinazione d’uso degli ambienti e l’adozione di soluzioni architettoniche come la separazione dei piani interrati da quelli superiori possono limitare il rischio di contaminazione.

Inoltre, il Piano Nazionale suggerisce di prestare particolare attenzione a dettagli costruttivi come l’utilizzo di guaina impermeabilizzante sotto le fondamenta e l’installazione di barriere di isolamento per proteggere le aree destinate all’attività lavorativa.

Affrontare il rischio Radon con consapevolezza

In un contesto in cui la salute dei lavoratori è al centro della sicurezza aziendale, il rischio di esposizione al Radon non può essere ignorato.

Il Piano Nazionale d'Azione per il Radon fornisce linee guida chiare per identificare, prevenire e ridurre l'esposizione al Radon nei luoghi di lavoro, proteggendo così la salute dei dipendenti e riducendo i rischi per l'azienda.

Investire in misure di sicurezza contro il Radon non è solo una responsabilità, ma un’opportunità per garantire un ambiente di lavoro più sicuro, sano e conforme alle normative vigenti.

Se lavori in un ambiente a rischio Radon, non aspettare oltre: informati, monitora e prendi azioni concrete per proteggere te stesso e i tuoi colleghi da questo pericolo invisibile.