IL RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE: SORVEGLIANZA SANITARIA E RESPONSABILITÀ

Il medico competente è una delle figure individuate all’interno D.Lgs. 81/08 che svolge un ruolo di massima importanza per ciò che concerne la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Il Testo Unico definisce il medico competente come medico in possesso dei requisiti stabiliti dall’art. 38 che collabora, secondo quanto stabilito dall’art 29, con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi aziendali e viene nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui il presente decreto”.

Il presente articolo ha quindi lo scopo di andare ad indagare sulla figura del medico competente, evidenziandone i compiti e le responsabilità.

Sorveglianza sanitaria: come e quando deve essere redatto un protocollo?

La sorveglianza sanitaria comprende una serie di accertamenti medici finalizzati alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e viene effettuata in base alla tipologia di attività, ai fattori di rischio presenti e alle modalità di svolgimento del lavoro. La stessa è obbligatoria solamente per quelle attività che espongono i lavoratori ad una tipologia di rischio che richiede degli accertamenti sanitari periodici e non dipende dalla quantità di lavoratori assunti o dalla tipologia contrattuale in essere.

La sorveglianza sanitaria viene effettuata dal medico competente che, poi, darà il giudizio di idoneità alla mansione. La periodicità dei controlli viene stabilita da normative di legge, ma può essere resa più stringente dal medico competente in ragione dei fattori di rischio specifici o di caratteristiche individuali.

Il protocollo di sorveglianza sanitaria andrà quindi a contenere tutti gli accertamenti medici specialistici necessari per tutelare i lavoratori, in base ai rischi presenti all’interno dell’ambiente lavorativo e prevedendo visite che siano il meno invasive possibile.

Lo stesso deve, inoltre, rispettare i principi della medicina del lavoro, il codice etico e gli indirizzi scientifici più avanzati.

La finalità del protocollo di sorveglianza sanitaria è quella di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e quindi si deve basare essenzialmente sulla valutazione dei rischi: gli accertamenti sono concentrati sugli organi bersaglio di un determinato fattore di rischio presente all’interno dell’attività lavorativa.

Se il rischio non è presente, viene anche a meno la necessità di un accertamento.

Prima di procedere alla redazione del protocollo sanitario, il medico competente deve procedere con l’anamnesi del lavoratore, così da individuare tutte quelle patologie (diabete, cardiopatie, ipertensione, epilessia, disfunzioni della tiroide, ecc.) che potrebbero aggravarsi se esposte a determinati agenti di rischio.

Accertamenti sanitari e giudizio di idoneità alla mansione

Il medico competente, a seguito dell’anamnesi e degli accertamenti sanitari necessari per il profilo di rischio, registra i dati all’interno di una cartella informatica che viene conservata a cura del medico stesso. Dalla sorveglianza sanitaria deriva il giudizio di idoneità o di inidoneità alla mansione (può essere messo anche un giudizio di idoneità parziale, che prevede delle limitazioni o prescrizioni per il lavoratore).

Il giudizio del medico competente è l’unico dato sanitario che viene comunicato all’azienda, indipendentemente dalle cause che hanno portato all’esito.

La responsabilità del medico competente

Come specificato, il medico competente ha un ruolo di primaria importanza per ciò che concerne la tutela della salute e la sicurezza sul lavoro e, proprio per questo, lo stesso ha degli obblighi e delle responsabilità specifiche che sono sanzionate penalmente.

Il D.Lgs. 81/08, oltre che sanzionare tutto l’art. 41 “Sorveglianza sanitaria”, considera penalmente rilevanti anche le violazioni all’art. 25, comma 1 lett. b che riguarda la stesura dei protocolli sanitari.

In particolare, l’attenzione viene posta sul mancato impiego di un protocollo sanitario che sia calibrato sulla valutazione dei rischi aziendali e sull’omessa applicazione degli indirizzi scientifici più avanzati per la stesura dei medesimi protocolli.

A conferma di ciò che è stato appena riportato, sono molteplici le sentenze che condannano il medico competente. Ad esempio, il Tribunale di Pisa attraverso la sentenza n. 399/2011 ha condannato il medico competente per omessa partecipazione nel procedimento di valutazione dei rischi aziendali, in quanto vi erano delle incongruenze tra ciò che era stato riportato nel documento di valutazione dei rischi e il protocollo di sorveglianza sanitaria applicato da quest’ultimo.

Quindi possiamo affermare che l’operato del medico competente viene fortemente influenzato dal processo comunicativo che vi deve essere tra lo stesso e le altre figure di riferimento (Datore di lavoro, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) e dalle informazioni di cui lo stesso può venire a conoscenza durante le visite mediche aziendali e i sopralluoghi in azienda, che devono essere assolutamente incentivati.