Efficacia ed efficienza sono due termini molto ricorrenti in ambito economico e rappresentano due dei pilastri di una conduzione aziendale corretta.
Se analizziamo etimologicamente le parole efficacia ed efficienza, entrambe derivano dal verbo “efficere”, termine che identifica il portare a compimento una determinata azione.
Erroneamente ciò ha portato a considerare i due concetti come simili, ma specialmente dal punto di vista dell’organizzazione aziendale si possono rintracciare delle differenze sostanziali.
Trattandosi di requisiti per favorire il raggiungimento degli obiettivi della gestione aziendale, efficacia ed efficienza sono al centro dell’attenzione del Controllo di Gestione, e quindi devono essere misurate.
L’efficienza è l’attitudine dell’azienda ad impiegare in modo economico le proprie risorse necessarie per realizzare un prodotto o, più in generale, per svolgere una certa attività.
In senso tecnico è sinonimo di ottimizzazione degli input (risorse) per ottenere certi output (risultati produttivi, commerciali, ecc.).
In parole più semplici, sono efficiente se riduco gli sprechi e le attività inutili; sono efficiente se dedico la dovuta attenzione al contenimento dei costi.
In ambito gestionale, l’efficienza è un classico concetto economico; il modo più naturale ed immediato per misurarla è quello del costo unitario di prodotto (o altro output).
Quindi, se fino a ieri per produrre 1 unità di un certo prodotto sostenevo un costo di 10 euro e oggi sono riuscito a portare il costo a 9,5 euro, vuol dire che ho migliorato la mia efficienza del 5%.
Naturalmente non sempre le cose sono così semplici. Se ad esempio mi domando se ho migliorato o no la mia efficienza riducendo i costi generali portandoli da 100.000 a 95.000 euro, la risposta è tutt’altro che scontata, perché manca il loro riferimento a quantità di produzione o di vendita realizzate (potrei avere semplicemente tagliato le spese, senza badare alle conseguenze di tale razionalizzazione).
L’efficacia è la capacità dell’azienda di raggiungere i suoi obiettivi di output. Mi spiego meglio, vuol dire semplicemente che si è efficaci quando si soddisfano le attese dei clienti o dei dipendenti, quando si è dotati di capacità d’innovazione, quando si producono volumi d’affari consistenti, e così via.
Sono efficace se faccio bene un lavoro raggiungendo obiettivi di qualità, tempestività, ecc.
L’efficacia non è semplice da misurare, perché ha varie facce.
Alcuni esempi:
- Il successo commerciale;
- La qualità;
- La tempestività;
- L’innovatività.
Gli esempi succitati sono aspetti della gestione non sempre facili da misurare. In ogni caso, i tipici strumenti del Controllo di Gestione, di natura contabile, ben difficilmente sono in grado di misurare queste attitudini (a parte il successo sul mercato, quantificabile con i ricavi di vendita).
Per farlo occorre fare ricorso a delle metriche studiate ad hoc (KPI).
Questo ci ricorda, tra l’altro, che identificare il Controllo di Gestione con la contabilità e le misurazioni economiche è un errore.
In conclusione, ragionando in modo integrato, solo il rispetto di questi due requisiti insieme può favorire il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Al riguardo, si può dire in prima approssimazione che il reddito d’esercizio con cui si chiude il conto economico è un indice sintetico di efficienza ed efficacia.
Fonte: https://farenumeri.it/efficienza-efficacia-aziendale/
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