A COSA E QUANDO SERVE LA CONTABILITÀ INDUSTRIALE NEL CONTROLLO DI GESTIONE

La contabilità industriale è il sistema di rilevazione delle attività svolte all’interno del reparto produttivo. Lo scopo principale è la definizione dei costi di produzione riferiti ai diversi articoli o commesse di lavoro.

Di norma, la contabilità industriale è collegata ad un sistema di contabilità analitica il cui scopo è definire i margini per linee di prodotto o canali di vendita.

 

La distinzione tra contabilità industriale e analitica

In alcuni contesti, i termini contabilità industriale e contabilità analitica sono considerati sinonimi, in realtà si tratta di due aree contigue, ma non coincidenti.

La contabilità industriale considera in particolare i dati rilevati dai processi di produzione che, prima ancora di essere misurati in termini economici (ovvero in euro), sono espressi con grandezze fisiche (chili, metri, n° pezzi, ore uomo, ore macchina, eccetera).

In una fase successiva, incrociando i dati di bilancio con quelli di produzione, è possibile determinare i costi di produzione in base alla configurazione di costo prescelta.

La contabilità analitica, invece, focalizza l’attenzione sui costi indiretti, ovvero quelli che non sono direttamente collegati ad uno specifico prodotto o servizio, studiando il modo di identificarli e ripartirli in maniera congrua. Per far questo, una delle tecniche più utilizzate in contabilità analitica e l’aggregazione per centri di costo.

 

In sintesi:

- La contabilità industriale è l’insieme di attività che ha lo scopo di calcolare i costi di produzione;

- La contabilità analitica ha lo scopo di classificare ed imputare i costi successivi alla fase di produzione per calcolare i margini di contribuzione in relazione ai diversi prodotti o canali di vendita.

Nel gergo aziendale la distinzione tra questi due concetti è spesso sfumata poiché i due sistemi sono tra loro comunicanti, ovvero:

- Per calcolare i costi di produzione servono dati contabili di tipo analitico;

- Per definire i margini sulle vendite è necessario conoscere i costi di produzione.

 

La contabilità industriale assume forme diverse in ogni impresa. In questo ambito non esistono obblighi normativi, dunque le scelte sul sistema da adottare sono condizionate da diversi fattori come: il tipo di attività, la dimensione dell’impresa, il software gestionale, eccetera.

Lo schema utilizzato ha dunque un’importanza secondaria, un sistema efficace deve soprattutto considerare le finalità, ovvero produrre dati ed una reportistica affidabili in grado di fornire un reale riferimento a supporto delle decisioni aziendali.

 

Calcolo dei costi di produzione

La contabilità industriale accorpa i dati di produzione (utilizzo di materie prime, ore macchina, eccetera) con altre informazioni estrapolate dalla contabilità generale.

Il costo di produzione è il primo elemento preso in esame nel processo di definizione del prezzo di vendita. La sopravvivenza e la prosperità di un’azienda sono collegate alla sua capacità di generare margini. Nel caso specifico, dalla differenza tra prezzo di vendita e costi di produzione si ottiene il margine industriale.

Il margine industriale dovrà essere sufficiente a coprire i costi aziendali successivi alla fase di produzione (generali, commerciali, ecc.) e garantire una remunerazione ai soci.

In caso contrario, il business dell’azienda risulta insostenibile, eventualità che è bene rilevare in modo rapido e puntuale. Da ciò si intuisce la vitale importanza che riveste il corretto calcolo dei costi di produzione e la costruzione di un sistema di contabilità industriale affidabile.

L’incrocio dei dati economici con quelli di produzione ha la finalità di far emergere informazioni non reperibili in altro modo all’interno del bilancio contabile.

Grazie a questo è possibile valutare l’efficienza di ogni linea produttiva e la sua capacità di creare profitti.

 Tali informazioni permettono di determinare i costi delle varie linee di prodotto, consentendo alla direzione di:

- Effettuare valutazioni di convenienza (make or buy), ovvero decidere se sia meglio produrre o commissionare esternamente un componente o una fase di lavorazione;

- Calcolare i margini di ogni prodotto e orientare le scelte aziendali verso le attività più profittevoli;

- Adottare strategie di prezzo consapevoli ed evitare sorprese.

La disponibilità di informazioni, in generale, permette di fare analisi statistiche e previsioni attendibili; ciò favorisce una programmazione che si integra con quella dell’azienda nel suo insieme. Il riferimento è ai processi di budgeting, che coinvolgono tutti reparti, compreso quello produttivo.

Il budget di produzione è sviluppato in stretto raccordo con il budget commerciale, nella misura in cui l’azienda deve esser organizzata e preparata a produrre ciò che l’area commerciale si aspetta di vendere.

La programmazione definita ad inizio anno dovrà poi essere periodicamente monitorata al fine di apportare eventuali azioni correttive, esattamente come accade nei sistemi organizzati di Controllo di Gestione.

 

Gestione e valutazione del magazzino

La gestione e la valutazione delle rimanenze di magazzino produce una serie di effetti dal punto di vista operativo, economico e finanziario.

La funzione operativa del magazzino è quella di garantire l’approvvigionamento ai reparti di produzione e vendite (nel caso dei prodotti finiti).

In teoria, osservando le cose da questa prospettiva, l’abbondanza di scorte sarebbe la migliore delle soluzioni.

In realtà il magazzino presenta due aspetti critici: richiede l’impiego di risorse finanziarie e, in molti casi, è esposto al rischio economico di svalutazioni (collegate a innovazioni di prodotto, mode, deterioramento, ecc.). Per queste ragioni il magazzino richiede una contabilità industriale capace di fornire informazioni puntuali e accurate in relazione ai consumi attesi e ai tempi di approvvigionamento dalla catena di fornitori.

L’altra funzione della contabilità industriale collegata al tema del magazzino è la valutazione delle rimanenze. Ogni impresa, almeno una volta l’anno, deve indicare il valore delle rimanenze nel bilancio d’esercizio. In particolare, per quanto attiene la parte di prodotti semilavorati e i lavori in corso su ordinazione.

In assenza di un sistema di contabilità industriale, tale valutazione risulterebbe complicata e approssimativa.

La variazione delle rimanenze è una componente di reddito che ha effetti diretti sul risultato economico. Senza contabilità industriale l’azienda non sarebbe in grado di conoscere il valore delle rimanenze e, di conseguenza, di calcolare il suo reale risultato economico, con tutti i rischi che comporta una condizione del genere.

 

La classificazione dei costi

Nella contabilità industriale è necessario definire delle configurazioni di costo, in modo da separare le voci di conto strettamente connesse alla produzione, da quelle di carattere più generale.

Per compiere questa operazione è fondamentale effettuare una classificazione dei costi, che può avvenire sulla base di alcuni criteri:

- Variabilità: costi variabili e fissi, che si differenziano a seconda che il loro valore evolva in base al fatturato, oppure rimanga lo stesso a qualsiasi livello produttivo;

- Attribuzione: costi diretti e indiretti, sulla base che siano o meno direttamente imputabili a un tipo di prodotto;

- Momento di determinazione: i costi possono essere consuntivi, ovvero aver già avuto manifestazione, o preventivi;

- Controllo aziendale: se sono costi influenzabili dalle decisioni direzionali o invece sono rigidi;

- Tipicità: costi standard, ovvero costi teorici che si dovrebbero avere in normali condizioni di produzione;

- Effettiva manifestazione numeraria: che distingue i costi effettivi, quelli realmente registrati a bilancio, dai costi figurativi che hanno scopo di analisi.

La contabilità industriale può essere impostata solo dopo aver analizzato la struttura dei costi che emerge dalle registrazioni della contabilità generale.

 

Tra i due sistemi contabili esistono importanti differenze, che sono riportate nella tabella che segue:

In sintesi, sebbene la contabilità generale rappresenti una base fondamentale della contabilità industriale, quest’ultima ragiona ed opera in maniera differente.

In conclusione, si può affermare che la contabilità industriale è un processo complesso, soprattutto nelle fasi iniziali di impostazione perché avvicina due mondi diversi, la produzione e le valutazioni economiche.

Tuttavia, solo attraverso i suoi ragionamenti e meccanismi è possibile gestire ed ottimizzare i processi produttivi. Senza dati affidabili è realmente difficile comprendere se una determinata linea operi in profitto, oppure generi delle perdite.

Fonte: https://farenumeri.it/contabilita-industriale/

A cura di: